Il termine manga è impiegato in Italia per indicare esclusivamente i fumetti giapponesi, ma in realtà la parola manga (漫画), in Giappone, è usata in riferimento a qualsiasi genere di fumetto.
I generi di manga sono svariati a seconda del pubblico cui si rivolgono.
Ecco alcuni esempi con i relativi target.
Kodomo: bambini;
Shōjo: ragazze adolescenti;
Shōnen: ragazzi adolescenti;
Josei: ragazze maggiorenni e donne;
Seinen: ragazzi maggiorenni e uomini.
A seconda del genere, cambia anche lo stile di disegno. I disegni dei manga per bambini, infatti, sono meno dettagliati e spesso i personaggi hanno l’aspetto di buffi animaletti. Gli Shonen e gli Shōjo, essendo destinati a un pubblico di ragazzi, trattano di avventure e combattimenti gli uni, di tematiche prevalentemente romantiche e sentimentali gli altri. Di conseguenza, i manga dedicati agli adulti tratteranno di tematiche più complesse e psicologiche.
I manga sono pubblicati in bianco e nero, anche se non mancano edizioni a colori, più rare perché di gran lunga più dispendiose.
In Giappone i manga vengono serializzati a capitoli su riviste apposite, che contengono più storie, di diversi mangaka (nome giapponese degli autori di manga). Quando un titolo ha particolare successo, i capitoli vengono poi raccolti e ristampati in volumetti chiamati tankōbon.
I manga, essendo fumetti giapponesi, si leggono al contrario di quelli occidentali, ovvero a partire dall’ultima pagina. Anche l’ordine di lettura delle vignette è invertito, procedendo da destra verso sinistra.
Ringrazio il sito Tozai per la descrizione di cosa sono i Manga